Oltre un miliardo di euro l’anno per la formazione continua delleimprese. A tanto ammonta il finanziamento attraverso il Fondo NuoveCompetenze, terza edizione che – e questa è una novità – si rivolge anche afiliere e sistemi formativi «per fare in modo che le piccole e piccolissimeimprese possano accedervi». A fare il quadro è Massimo Temussi, direttoregenerale del ministero del Lavoro, che sottolinea quanto sia importante, inun momento in cui il mismatch tra domanda e offerta resta alto, investirenelle nuove competenze.
Guardando agli ultimi numeri, l’ultimo rifinanziamento del FondoNuove Competenze 3 con 318,8 milioni di euro, disposto dal decretodirettoriale 23 maggio 2025 numero 243, ha permesso di ammettere, per lavalutazione, tutte le domande presentate dalle filiere e dai sistemi formativie di raddoppiare le disponibilità per le singole imprese. E’ stato aggiornato,quindi, l’elenco delle 13.046 istanze ammesse alla valutazione del progettoai fini del finanziamento che include 1.921 aziende organizzate in filiera,857 sistemi formativi e 10.268 domande di singoli datori di lavoro. Abeneficiare dei progetti formativi saranno anche 887 persone su cui leaziende investono nelle primissime fasi del rapporto di lavoro: disoccupatida almeno un anno assunti con contratto a tempo indeterminato oapprendistato o neoassunti nel campo dell’alta formazione e ricerca oppureammessi alla formazione per la successiva assunzione. Un’ impostazionedel Fondo che «si conferma come la risposta all’esigenza di formare eaggiornare i lavoratori», ha affermato Marina Elvira Calderone, ministra delLavoro e delle politiche sociali. «La presenza – aggiunge – di una così ampiaplatea di proposte presentate da filiere e sistemi formativi, inoltre, credo siaun importante segno della volontà di valorizzare i talenti e promuovere lereti tra imprese in modo strutturale. Il Fondo Nuove Competenze 3 èun’alleanza tra Stato e imprese per la formazione delle competenze in queimolti settori produttivi che hanno contraddistinto l’Italia nel mondo per laloro eccellenza e in tutti gli altri ambiti emergenti per via delle granditransizioni del nostro tempo».
Record storico dell’occupazione, ma mismatch cresce
La terza edizione del Fondo Nuove Competenze, prosegueTemussi, «è andata molto bene, oltre le previsioni, segno che la formazionecontinua è uno dei primi punti all’ordine del giorno del Ministero.D’altronde in Italia registriamo un record storico dell’occupazione dal 2007ma un mismatch che cresce. Il sistema della formazione non staproducendo le competenze necessarie». In questo contesto, «la formazionecontinua ha avuto un’impennata e la raccolta dei fondi interprofessionali èsalita da 550 milioni a 800 milioni. È significativo il fatto che le aziendechiedano formazione continua».
Il punto di forza del Fondo Nuove Competenze 3, oltre alle novitàriguardanti sistemi formativi e filiere, «è il fatto che permette nuoveassunzioni. Poi, grazie all’accesso alle soluzioni dei sistemi formativi efiliere formative, anche la piccola o piccolissima azienda dell’indotto puòaggiornare le proprie competenze, sfruttando l’economia di scala». E infine le risorse: quelle della terza edizione del Fondo NuoveCompetenze salgono a un miliardo e 49 milioni di euro, grazie a unulteriore stanziamento di 318,8 milioni. «Il Fondo Nuove Competenze èandato talmente bene che abbiamo aumentato il budget dai 731 milioniiniziali a oltre miliardo per la formazione continua in un anno. È un segnodi vicinanza alle imprese», dice il direttore generale.
In generale, parlando di politiche attive, Temussi ha chiarito che«stanno partendo gli incentivi alle assunzioni del decreto coesione, si trattadi 3,5 miliardi. In generale, per sostenere le imprese e dall’altra incentivare le nuove assunzioni, c’è un forte impulso del Ministero sulle politicheattive».
Il ruolo dei fondi interprofessionali
Nel contesto economico e lavorativo odierno, caratterizzato darapidi cambiamenti tecnologici, trasformazioni organizzative e nuovecompetenze richieste dal mercato, la formazione continua rappresenta,d’altronde, un pilastro fondamentale per garantire la competitività delleimprese e la crescita professionale dei lavoratori. In questo scenario, i fondiInterprofessionali assumono un ruolo cruciale, fungendo da strumentostrategico per sostenere e finanziare percorsi formativi mirati e qualificanti.La formazione continua in Italia sta vivendo un’evoluzione significativa,spinta dalla necessità di adattarsi a trasformazioni tecnologiche, digitali eambientali. Secondo il XXII Rapporto sulla Formazione Continua Inapp(2024), le politiche di formazione si concentrano su sfide strutturali come latransizione digitale, l’invecchiamento demografico e gli effetti postpandemici.
In tale contesto si inseriscono le attività e le strategie di sviluppo diFondo For.Te. (Fondo paritetico interprofessionale nazionale per laformazione continua del terziario) con oltre 135mila aziende aderenti equasi 1,6 milioni di lavoratori. For.Te. si colloca ai primi posti nel panoramanazionale dei fondi interprofessionali per la formazione continua. sono socifondatori sono Confcommercio, Confetra, Cgil, Cisl e Uil.
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