Giovani e mercato del lavoro secondo il Censis

L’andamento demografico costituisce da anni una delle questioni centrali su cui misurare l’efficacia delle politiche e degli interventi per il lavoro. Alla crescita della speranza di vita, destinata a raggiungere livelli record ( per le donne è stimata, nel 2020, superiore agli 87 anni), fa riscontro la diminuzione costante delle nascite e delle classi di età più giovani. Il dato è preoccupante: il disequilibrio tra anziani e giovani compromette la tenuta finanziaria e previdenziale ed è aggravato dal tasso di occupazione giovanile, che in Italia è particolarmente basso ed è peggiorato per la crisi.
I dati elaborati dal Censis, in una recente Indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo, destano apprensione in quanto alla evidente diminuzione dei giovani della classe d’età tra i 15 ed i 34 anni (due milioni in meno in dieci anni) si accompagna una diminuzione del tasso di occupazione: i giovani in Italia sono pochi, ma anche lontani dal lavoro.
L’allarme del Censis conferma i segnali di allarme provenienti dalle Parti sociali. Per i giovani in calo vengono meno anche le opportunità, causa le note disfunzioni del mercato del lavoro. Sono sempre di più i laureati che decidono di trasferirsi all’estero. Aumentano i giovani che non lavorano e non studiano, a rischio di emarginazione definitiva: sono l’11,2% contro il 3,4% della media europea. Abbiamo in Italia meno laureati occupati rispetto al resto d’Europa (66% contro 84%), ma anche giovani con livelli di istruzione più bassi ed un più ritardato ingresso nel mondo del lavoro. Fra i giovani dai 15 ai 24 anni, gli occupati sono il 20,5% (quelli in formazione il 60,4%) contro il 34,1% della media europea e il 46,2% della Germania. Quelli con contratti a tempo determinato sono il 40,1%, meno che negli altri paesi europei.
E’ nel terziario e nei servizi che i giovani italiani lavorano meno. Non è quindi fuori luogo sostenere che la ripresa occupazionale e la crescita debbano passare anche dalla qualificazione del terziario e dalla presenza di un sistema di servizi e incentivi per il lavoro più efficiente e diffuso nel paese.
Si tratta, oltre che di mantenere il più possibile al lavoro gli attuali occupati, di rafforzare i servizi per l’orientamento, il lavoro e la formazione e gli incentivi in grado di favorire l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani.