La conciliazione tra famiglia e lavoro, nell’Avviso comune tra Governo e Parti sociali

Il tema della promozione dell’occupazione femminile non riguarda solo l’organizzazione produttiva ed il sostegno alla creazione di occupazione. E’ evidente come la necessità di incrementare la presenza delle donne sul mercato del lavoro comporti anche un cambiamento di tipo culturale, che interessa l’organizzazione dei tempi di lavoro e la sua compatibilità con gli obblighi familiari. La percentuale di donne che lascia il lavoro dopo la nascita del secondo figlio resta in Italia molto alta e da anni il fenomeno non è cambiato in modo significativo. Da qui l’urgenza dell’Avviso comune Azioni a sostegno delle Politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, firmato a marzo da Governo e Parti sociali.
Il documento riconosce che “il miglior bilanciamento possibile del tempo lavorativo e del tempo familiare o di cura è un contributo importante per un benessere durevole, per una crescita economica sostenibile e per la coesione sociale” e impegna le parti a promuovere il riordino, la diffusione, il monitoraggio e la verifica, entro il 2012, delle buone prassi aziendali.
Si introducono forme di incentivazione mirata, secondo quanto previsto dall’articolo 9 della legge 53/2000. Viene richiamata l’esigenza di un coordinamento delle misure di conciliazione con altre misure sociali attivate dalle istituzioni locali, come il finanziamento degli asili nidi previsto dal piano 2011. Si indica negli accordi sindacali di secondo livello una via con cui assicurare la distribuzione degli orari di lavoro nell’arco della settimana, del mese, dell’anno, “adeguando – nel rispetto della normativa di legge – la durata massima e media dei tempi di lavoro e conciliandola con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone”.